I mandala

Nella tradizione orientale, soprattutto buddista, il mandala è la rappresentazione di un percorso interiore volto a conoscere la psiche e ad attivare le potenzialità della coscienza.



Esso è una rappresentazione grafica composta da una serie di figure geometriche: il punto, il triangolo, il cerchio, il quadrato disposti in modo da riprodurre ed interpretare un archetipo o un sistema simbolico.



Letteralmente, in sanscrito, la parola mandala vuol dire cerchio sacro, è un archetipo che nasce dall’anima umana, c’è da sempre, compare in ogni cultura e in tempi diversi; il suo uso è sempre onnicomprensivo dell’insieme armonico delle dimensioni della persona che interagisce con l’universo che è in se stesso e che condivide attorno a sé.



Secondo il pensiero orientale le raffigurazioni degli dei e dei simboli, che affollano il mandala, sono collegate a precise forze cosmiche che animano l’universo e che sono connesse con gli strati della psiche.



Vale a dire che il mandala è lo specchio di un’armonia cosmica che trova il suo corrispondente nel miscrocosmo che ciascun uomo è come Signore dell’Universo.



Il dott. Giuseppe Tucci, psicologo, afferma: “Il mandala è di fatto un cosmogramma, è l’universo intero nel suo schema essenziale, nel suo processo di emanazione e riassorbimento”, ancora: “Il mandala è uno psicosmogramma che serve per ritrovare l’unità della coscienza e fornisce lo schema, per procedere senza perdersi, della disintegrazione dall’uno al molto e della reintegrazione dal molto all’uno”.



Jung ha lavorato a lungo sui mandala come elementi costitutivi ed espressivi dei processi simbolici ed archetipici. Egli afferma che il mandala costituisce una rappresentazione della psiche, il centro della totalità della personalità e in sintesi il bisogno naturale di esprimere tutto il nostro potenziale, esso costituisce “una rappresentazione della psiche di chi lo ha creato, la premonizione di un centro della personalità”.



Nel mandala, il disegno, elaborato in modo geometrico/matematico, ha la capacità di contattare le strutture logiche della persona che lo guarda, mentre il colore trova risonanza all’interno del corpo emozionale e delle vibrazioni dell’anima.



Esso svolge perciò, all’interno del complesso sistema strutturale e relazionale che ogni persona è in se stessa, una funzione di risveglio, consapevolezza, l’attivazione delle proprie forze logiche, intuitive e creative più profonde.



Ha, inoltre, la capacità di spostarci dal ristretto ambito del necessario e pedagogico quotidiano in cui ciascuno è inserito, ad un livello più universale di fruizione delle risorse vitali, di condivisione di esperienze ed intenzionalità. Pensiamo all’uomo di Leonardo, ad una carta astrale, all’immagine dei pianeti e delle galassie o semplicemente ai nostri occhi…



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La tradizione orientale distingue tra mandala e yantra:



mandala significa cerchio, con tale termine si vuole indicare una struttura circolare con tutte le sue componenti equidistanti dal centro. Mandala sono le rappresentazioni dell’universo.

Yantra significa strumento, congegno, con questa accezione ci si riferisce al diagramma che ha la funzione di stimolare determinati processi di tipo psichico e conoscitivo, esempio i labirinti.



In questa sezione la proposta di lavorare con i mandala ha come obiettivo: entrare in dialogo con se stessi. Dare ascolto e parola all’anima che siamo.



Il mandala è geometria e colore. Lavorare sullo schema geometrico ci mette in contatto con la geometria del nostro essere: ogni parte di noi, dal pensiero, allo scorrere di un’emozione e di un sentimento, al corpo, ai suoi apparati, alle cellule, ogni parte è un’organizzazione geometrica delle energie.



Entriamo nella conoscenza profonda, sapienziale, di creazione, di noi stessi lavorando con le geometrie che ci informano… le geometrie sacre.



Il colore è la vibrazione che si dà tempo e spazio, suono, armonia.



Lavorare con i colori, scegliere “i nostri colori” è contattare la parte originale, personale e libera della nostra personalità.



Il nostro, unico e irripetibile mondo interiore, la nostra cifra, il nostro Nome.



Quando abbiamo finito di colorare un mandala siamo davanti all’esplicitazione di noi stessi in un qui e ora che va oltre ciò che di noi crediamo di conoscere, cogliamo di noi accenni, aspetti, messaggi che resterebbero criptati invece ora sono qui, davanti a noi, nel disegno e nel colore.



Tutto questo ci introduce in altri linguaggi, quelli dell’Anima. Ci immette in percorsi e condivisioni con i nostri fratelli perché ci percepiamo in un mondo più profondo e più vasto che la sola parola e il solo pensiero razionale non può condurci.



Nel mandala eccolo davanti a noi il noi più vasto in cui esistiamo.



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Il passo successivo sarà creare i nostri mandala.



Potranno avere alla base il disegno geometrico ed allora ci cimenteremo in giochi e studi di cerchi, triangoli, quadrati, fino a esplicitare il nostro disegno.



Oppure inizieremo da forme libere, sciolte, sempre molto colorate perché, è sicuro, dentro di noi sta un mondo vasto e variopinto che vuole emergere.



Il percorso con i mandala è parallelo al percorso per Archetipi, entrambi, insieme a tutte le altre mille forme e linguaggi attraverso cui possiamo esprimere la nostra creatività e fantasia, diventano le strade per aprirci alla consapevolezza del nostro Sé più profondo e libero.